Igiene alimentare e bevande in lattina: il punto di Cassoli Group
Dal 1999 al Covid-19, come è cambiata l’informazione intorno all’igiene legata alle bibite in lattina
Era il 6 febbraio 2005 quando, a pagina 10 del Corriere della Sera, compare un annuncio del Ministero della Salute (Dipartimento della prevenzione e della comunicazione – Ufficio del commissario ad acta) che recitava così:
“Le bevande commercializzate in lattine la cui apertura avviene con dispositivo “stay on tab” o a linguetta rientrante, come il consumo di ogni altro alimento, richiede il rispetto delle condizioni di igiene, in quanto la eventuale contaminazione della linguetta può comportare, dopo lo strappo, l’introduzione nella bevanda di agenti microbici. Pertanto, fermo restando che le lattine devono essere riposte in ambienti puliti e le superfici esterne devono essere mantenute pulite, ai consumatori si raccomanda:
● di prestare molta attenzione allo stato delle confezioni;
● che, prima di aprire il contenitore o la lattina con dispositivo di apertura a linguetta rientrante o a strappo, è buona regola igienica pulire la zona di apertura;
● di scartare o restituire al venditore il contenitore insudiciato;
● che appare, in generale, igienicamente più appropriato consumare le bevande dopo averle versate in un contenitore idoneo all’uso.”
Anni sono passati da questo e altri articoli che immediatamente ci hanno messi di fronte ad un pericolo reale: ciò che era visto come un momento di relax, il bere una bibita in lattina, poteva configurarsi come un cerchio senza fine di contaminazioni di agenti microbici. Poi il Covid, la pandemia, il lockdown, l’Italia chiusa nei suoi confini naturali fatti di mare e montagne, il mondo chiuso di paese in paese, un’unica paura che accomunava tutti: la trasmissione di un virus che ha messo in ginocchio il pianeta facendo registrare 6.938.353 morti. Qui è tornato in vista uno dei tanti problemi con cui conviviamo da anni ma che tutti, o quasi tutti, sembrano ignorare: bere dalle lattine, oltre che pericoloso, non è igienico.
IGIENE ALIMENTARE E PACKAGING DELLE LATTINE: UNA VISIONE D’INSIEME
Se nel 2005 il Corriere della Sera metteva a disposizione del Ministero della Salute uno spazio in cui, come un buon padre di famiglia, ci venivano ricordate delle buone pratiche da seguire prima di bere il nostro drink preferito in lattina, il problema dell’apertura delle lattine e della contaminazione conseguente già veniva affrontato nel 1999, quando con un ricorso al TAR del Lazio il Codacons aveva chiesto all’amministrazione della sanità un provvedimento volto a tutelare la salute dei consumatori, modificando il tradizionale sistema di apertura delle lattine di bibite “stay on tab”. Sia il Tar del Lazio che il Consiglio di Stato accolsero le richieste del Codacons ma poco o nulla fu fatto, così come quando la questione tornò in voga proprio nel 2005. Con un salto di 15 anni il problema è tornato a farsi sentire più forte che mai con tutto il mondo piegato di fronte ad una crisi della sanità caratterizzata dalla diffusione del Covid-19. In periodo di pandemia, il dubbio circa la sicurezza del bere in lattina è diventato sempre più lecito e anche la letteratura sul tema è tornata ad affermarsi.
Uno studio anglosassone del 2018, in particolare, ha verificato lo stato di pulizia, la contaminazione di batteri tramite le mani e la loro sopravvivenza nei magazzini. Da questo studio è risultato come poco meno di 200 lattine analizzate prima del contatto con le mani hanno rivelato presenza di proteine nel 46% di esse, stato igienico a rischio per il 31% delle stesse e medio pericolo su poco meno del 22%. Passando al contatto con mani sporche di E.Coli, che è presente su mani non lavate dopo essere stati al bagno, le lattine mostravano batteri nel 50% dei casi quando bagnate e nel 30% quando asciutte. In generale, i batteri resistono in vita fino a 14 giorni.
Tante le notizie che girano intorno a questo delicato argomento, altrettante le fake news portate avanti negli anni. Che possa esserci questo rischio dove avviene l’imbottigliamento, nel 2023, sembra davvero inverosimile, che nelle fasi logistiche successive alla consegna, nei Centri di Distribuzione e presso i grossisti di bevande, aumenti il rischio di contaminazione è molto probabile. Un rischio che è medio nel dettaglio organizzato, dove sugli scaffali troviamo prodotti differenti, o nel piccolo dettaglio indipendente, dove la manipolazione è elevata, e che diventa alto nella ristorazione commerciale e collettiva, dove più mani di persone differenti entrano in contatto con le lattine.
IGIENE ALIMENTARE E PACKAGING DELLE LATTINE: ECOCAP’S E TOPSYL DALLA PARTE DI AZIENDE DEL BEVERAGE E CONSUMATORI
Se in passato tante fake news e racconti di casi di malattie contratte e ricoveri a seguito di atti di consumi da lattine sporche sono stati smascherati, la necessità di proteggere l’ampia area di contatto fra la bocca e il punto di versamento della lattina rimane una necessità importante, soprattutto per quanto riguarda tutte le fasi di manipolazione post distribuzione.
Con un brevetto del 2001, Ecocap’s e Topsyl si inseriscono nel discorso della sicurezza applicata ai drink in lattina con uno sguardo sempre aperto alla sostenibilità ambientale. Sicurezza del prodotto, sicurezza del consumatore al momento del consumo e rispetto dell’ambiente: questo è il brevetto rivoluzionario depositato da Ecocap’s che definisce un nuovo standard nel packaging delle lattine. Sistema completo e pronto all’uso che può essere applicato ad ogni tipo e formato di bibita in lattina, Topsyl è un sigillo sull’apertura della lattina che, grazie ad un’esclusiva tecnologia, diventa molto più di una protezione sicura.
In particolare, Topsyl:
● protegge le lattine non appena vengono riempite, salvaguardando il prodotto, il consumatore ed il produttore;
● è una “seconda pelle” in alluminio che aderisce alla lattina e sigilla tutta la superficie della lattina sul lato di apertura in tutto il suo ciclo di vita;
● non consente la formazione di umidità tra la protezione e la lattina, quindi previene la formazione di muffe e la proliferazione della flora batterica;
● è testato anche all’immersione in acqua e ghiaccio e alla resistenza ad alta temperatura, fino a 60°C, è quindi possibile la distribuzione delle lattine in vending machines “hot” and “cold”.
● è ecologico e riciclabile al 100%, garantendo un packaging dal ridottissimo impatto ambientale: fissato alla lattina, in alluminio e riciclabile.
● trasforma la parte superiore della lattina in un mezzo di comunicazione mirata e differenziata per mercato, canale distributivo e cliente.
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